Gilad Peled agli agnel­li alle erbe di Appenzello

Il capo chef del Mandarin Oriental di Lucerna ama i pro­dot­ti regio­na­li. Il suo agnel­lo pro­vie­ne dall’Appenzello.

Testi: Daniel Böniger I Foto: Thomas Buchwalder

UNA REGIONE CON SENSO DELL’UMORISMO. „Beurk! Beurk!“ risuo­na più vol­te. Circa qua­ran­ta agnel­li sono in pie­di intor­no a un tig­lio, vici­no a una fat­to­ria. La fat­to­ria si tro­va su una col­li­na in mez­zo a col­li­ne ver­di. Benvenuti a Wald (AR), la roc­caf­or­te degli agnel­li dell’Appenzello! „Sönd will­komm“, come si dice nel dial­et­to loca­le, nella fat­to­ria di Irène e Hans Hohl. Allevano peco­re da 30 anni: „E negli ulti­mi quat­tro anni, ci ho anche gua­d­a­gna­to“, dice l’ag­ri­col­to­re con l’u­mo­ris­mo tipi­co del­la regio­ne. Foto gran­de in alto: Hans Hohl, Mariuz Jasinski, Gilad Peled e Dario Bianchi.

PADRI DIVERSI. Gli Hohl han­no cir­ca 200 agnel­li. Hans si descri­ve come una per­so­na che ama spe­ri­men­ta­re, ment­re mostra ai visi­ta­to­ri la sua fat­to­ria. La sua raz­za pre­fe­ri­ta è la peco­ra bian­ca alpi­na, ma a vol­te incro­cia peco­re Texel o Berrichon fran­ce­si: „Per sape­re chi è il pad­re, sepa­ro i grup­pi“, dice del­la sua vita quo­ti­dia­na di alle­va­to­re. In bre­ve: un uomo alla ricer­ca del­l’agnel­lo perfetto.

Un idil­li­a­co paes­ag­gio appen­zellese con tig­li, agnel­li e luce; gli Hohl alle­va­no cir­ca 200 agnel­li nella loro fat­to­ria „Falkenhorst“.
Abbondanza di semi di finoc­chio: Gilad Peled esami­na la mis­ce­la di erbe che l’ag­ri­col­to­re Hans Hohl (a destra) som­mi­ni­stra ai suoi agnelli.

VITTORIA NELLA DEGUSTAZIONE ALLA CIECA. Anche Gilad Peled, capo chef del Colonnade del Mandarin Oriental Palace di Lucerna, era a cac­cia del­l’agnel­lo per­fet­to. Insieme al sous-chef Mariuz Jasinski e al suo team, han­no pre­pa­ra­to e ass­ag­gia­to alla cie­ca l’agnel­lo di cin­que regio­ni pri­ma del­l’a­per­tu­ra: Irlanda, Pirenei spa­gno­li e Francia (Sisteron). „A vin­ce­re è sta­to l’agnel­lo alle erbe dell’Appenzello“, spie­ga Peled. Era natur­al­men­te entus­ia­sta, poi­ché ave­va già cer­ca­to di uti­liz­za­re pro­dot­ti regio­na­li nei suoi pre­ce­den­ti posti di lavoro, quan­do pos­si­bi­le. L’israeliano Peled ser­ve l’agnel­lo nel Colonnato con car­cio­fi vio­la, oli­ve Nocellara e jus. „È anche mol­to apprez­za­to dai nostri cli­enti“. È dif­fi­ci­le non capi­re che l’ag­ri­col­to­re Hohl sia feli­ce di que­sto feed­back da par­te di Gilad Peled.

Ecco come lo pre­pa­ra uno chef: agnel­lo con erbe, car­cio­fi e olive.
Hans Hohl, un alle­va­to­re di peco­re, è feli­ce del ris­con­tro ottenuto.

NON A TUTTI PIACE IL FINOCCHIO. Agnello alle erbe di Appenzell? Il mar­chio è sta­to lan­cia­to cir­ca un anno fa da G. Bianchi AG. L’obiettivo è quello di offri­re car­ne di agnel­lo svi­z­zera di alta qua­li­tà, pro­ve­ni­en­te da una magni­fi­ca regio­ne del Paese. Il nome del­la car­ne deri­va dal fat­to che gli ani­ma­li ven­go­no ali­men­ta­ti rego­lar­men­te con una mis­ce­la di erbe essic­ca­te: „La mis­ce­la ha un sapo­re pro­nun­cia­to di semi di finoc­chio – e ad esse­re sin­ce­ro, non mi pia­ce affat­to il finoc­chio“, ride Hohl. Tuttavia, è con­vin­to che le erbe fac­cia­no bene agli ani­ma­li. Lo vede nei loro volti.

Gli agri­colt­ori come ci piac­ci­o­no: Irene e Hans Hohl, Wald (AR).
Un buon pro­dot­to, ben pre­sen­ta­to: Logo per l’agnel­lo alle erbe dell’Appenzello.

APERITIVO APPENZELLESE. Quando arri­va­no i visi­ta­to­ri, Irene Hohl ovvia­men­te non li lascia scappa­re. Ha pre­pa­ra­to con cura un piat­to di sal­ziz d’agnel­lo e car­ne maci­n­a­ta. Lo accom­pa­gna con un vino regio­na­le. O „Flauder“ del­la regio­ne di Appenzello, per colo­ro che devo­no anco­ra tornare a casa. La cop­pia di agri­colt­ori, il nego­zi­an­te e lo chef fan­no un brin­di­si. Gilad Peled valu­ta posi­tiv­a­men­te la sua visi­ta nel­l’i­dil­lio da car­to­li­na dell’Appenzello: ave­va già visi­ta­to rego­lar­men­te i pro­dut­to­ri nei suoi pre­ce­den­ti luoghi di lavoro in Francia, Repubblica Ceca e Gran Bretagna. Ma anche oggi, è rima­sto pia­ce­vol­men­te sor­pre­so nel con­sta­ta­re quan­to l’alle­va­men­to sia ris­pet­to­so degli ani­ma­li in Svizzera. Il suo­no di un alle­gro „ew!“ pro­ve­ni­en­te dal tig­lio è qua­si una conferma.

I pro­dut­to­ri svi­z­ze­ri sono rius­ci­ti a con­vin­cer­lo: lo chef stel­la­to Gilad Peled del Mandarin Oriental, Lucerna.