Conoscenza di Bianchi

La gui­da alle ost­ri­che Bianchi

Quali varie­tà esi­sto­no? Da qua­li regio­ni pro­ven­go­no? Scoprite tut­to sul­le ost­ri­che qui.

Gillardeau

La “Rolls-Royce del­le ostriche

Per genera­zio­ni, la Maison Gillardeau ha incar­na­to l’ec­cel­len­za e l’im­peg­no a pro­dur­re ost­ri­che di altis­si­ma qua­li­tà. Questa azi­en­da a con­du­zi­o­ne fami­lia­re, tra­man­da­ta da Henri a Thierry a Véronique, garan­tis­ce che ogni ost­ri­ca rif­let­ta una meti­co­losa mae­stria arti­gi­ana­le, dal let­to di ost­ri­che al piatto.

L’esperienza di Gillardeau ini­zia con con­trol­li accu­ra­ti per garan­ti­re che ogni ost­ri­ca sod­dis­fi i seve­ri requi­si­ti di for­ma e con­ten­uto di car­ne. Le ost­ri­che cresco­no in baci­ni moni­to­r­a­ti dove la sali­ni­tà e il con­ten­uto di ossi­ge­no del­l’ac­qua ven­go­no con­trolla­ti rego­lar­men­te per garan­ti­re con­di­zio­ni otti­ma­li. Durante il pro­ces­so di sele­zio­ne e puli­zia, ogni ost­ri­ca vie­ne sele­zio­na­ta a mano in base alle dimen­sio­ni e ven­go­no eli­mi­na­te le impurità.

Per garan­ti­re l’au­ten­ti­ci­tà dei suoi pro­dot­ti, Gillardeau uti­liz­za un esclu­si­vo pro­ces­so di incis­io­ne laser che con­tras­segna ogni ost­ri­ca con l’i­co­ni­ca “G”. Questo pro­t­eg­ge dal­le con­traffazio­ni e garan­tis­ce l’au­ten­ti­ci­tà di ogni ostrica.

Apprezzate dai miglio­ri chef di tut­to il mon­do, le ost­ri­che Gillardeau sono note per il loro sapo­re deli­ca­to e il volu­me car­no­so. Si sono gua­d­a­gna­te la repu­ta­zio­ne di „Rolls-Royce del­le ost­ri­che ” e sono apprez­za­te nella gastro­no­mia di alto livel­lo per la loro qua­li­tà inegua­glia­bi­le: un vero gioiel­lo del­la cuci­na che abbel­lis­ce le miglio­ri tavo­le del mondo.

Visitiamo rego­lar­men­te i nostri pro­dut­to­ri. Proprio di recen­te, ad esem­pio, abbia­mo visi­ta­to la Maison Gillardeau.

Marennes

Ostriche ver­de smeraldo

Le clai­res sono baci­ni imper­mea­bi­li scava­ti nel ter­re­no in cui le ost­ri­che ven­go­no raf­fi­na­te. È qui che le ost­ri­che acqui­sis­co­no il loro esclu­si­vo colo­re ver­de sme­ral­do assor­ben­do un pig­men­to dal­la diato­mea “Marennine ”. Per que­sto motivo le quat­tro diver­se varie­tà di ost­ri­che porta­no anche il suf­fis­so Claire nel loro nome. Il colo­re ver­de del­l’o­stri­ca testi­mo­nia la sua per­ma­nenza in una del­le tipi­che clai­res del­la regione.

Che cos’è Fine de Clairs?

Fine de clairs” è un ter­mi­ne uti­liz­za­to nel­l’o­stri­col­tu­ra per descri­ve­re una spe­cia­le fase di affi­na­men­to del­le ost­ri­che. Le ost­ri­che defi­ni­te “fine de clairs” han­no tras­cor­so il peri­odo fina­le di matu­ra­zio­ne in baci­ni di chia­ri­fi­ca­zio­ne poco pro­fon­di (le cosid­det­te “clai­res”). Questi baci­ni si tro­va­no soli­ta­men­te vici­no alla costa e sono vasche poco pro­fon­de riem­pi­te di acqua di mare in cui le ost­ri­che ven­go­no tenute per diver­se set­ti­ma­ne o mesi.

Durante que­sto peri­odo, le ost­ri­che miglio­rano la loro qua­li­tà cre­scen­do in un ambi­en­te con­trolla­to e ric­co di planc­ton natu­ra­le. Questo influ­en­za il loro sapo­re e la loro con­si­sten­za. Il ter­mi­ne “fin de clairs” è uti­liz­za­to spe­ci­fi­ca­men­te per le ost­ri­che che occu­p­a­no meno di 20 ost­ri­che per metro qua­dra­to in que­ste vasche e vi tras­cor­ro­no cir­ca 2–4 set­ti­ma­ne. Ciò con­fe­ris­ce loro un sapo­re più fine e deli­ca­to e una con­si­sten­za del­la car­ne più soli­da ris­pet­to alle ost­ri­che che non pass­a­no attra­ver­so que­sta fase di affinamento.

Facile Ouvrir

Le ost­ri­che eti­chett­a­te come “faci­le ouvr­ir” di soli­to han­no una con­chi­glia di con­si­sten­za par­ti­co­la­re o sono già pre­pa­ra­te in modo da esse­re più faci­li da apri­re con un col­tel­lo da ost­ri­che. Questo è par­ti­co­lar­men­te pra­ti­co per le per­so­ne che han­no poca o nessuna espe­ri­en­za nel­l’a­pri­re le ost­ri­che. Sono idea­li anche per i ristor­an­ti che vogli­o­no ren­de­re più effi­ci­en­te il pro­ces­so di apertura.

Ostriche dall’Italia

Prelibatezze rosa del­la Pianura Padana

In Svizzera, gli aman­ti del­le ost­ri­che si con­cen­tra­no soli­ta­men­te su Gillardeau, ma i miglio­ri chef ita­lia­ni, come Massimo Bottura, sono entus­ia­sti di un nuo­vo pro­dot­to: l’ost­ri­ca rosa del­la Pianura Padana. Questa stra­or­di­na­ria ost­ri­ca bril­la di rosa alla luce del sole e col­pis­ce per la sua pol­pa mus­co­losa e noc­cio­la. Nonostante il prez­zo più ele­va­to – qua­si il dop­pio ris­pet­to alle ost­ri­che Gillardeau – è diven­ta­ta rapi­da­men­te la pre­fe­ri­ta dag­li chef stel­la­ti. Luca Bianchi le impor­tò con entus­i­as­mo in Svizzera e ne apprez­zò il sapo­re incon­fon­di­bi­le. I miglio­ri chef svi­z­ze­ri, come Mauro Taufer e Martin Dalsass, le inse­ris­co­no già nei loro menu e sono con­vin­ti che l’o­stri­ca rosa diven­terà la nuo­va star anche nel nostro Paese.

Elementi essen­zia­li per il pia­ce­re del­le ostriche

Cosa devo tene­re a mente?

Freschezza e origine

Freschezza: assi­cu­ra­te­vi che le ost­ri­che sia­no fre­sche. I gusci chi­usi sono seg­no di ost­ri­che fre­sche. Se un’o­stri­ca è già aper­ta e non si chi­ude quan­do vie­ne leg­ger­men­te pre­mu­ta, non deve esse­re man­gia­ta per­ché è seg­no di scar­sa qua­li­tà o di decadimento.

Origine: pre­fe­ri­te ost­ri­che pro­ve­ni­en­ti da col­ti­va­to­ri o for­ni­to­ri di fidu­cia e alle­va­te in acque puli­te. Molti alle­va­to­ri di ost­ri­che, come la Maison Gillardeau, han­no stan­dard ele­va­ti per quan­to riguar­da la qua­li­tà del­l’ac­qua e i meto­di di allevamento.

Disponibilità sta­gio­na­le

Tradizionalmente, si con­si­glia di gusta­re le ost­ri­che nei mesi con­ten­en­ti la let­te­ra “R” (da set­tembre ad aprile). In que­sti mesi, infat­ti, le ost­ri­che sono spes­so par­ti­co­lar­men­te car­no­se e sapo­ri­te. Grazie ai moder­ni meto­di di alle­va­men­to, tut­ta­via, le ost­ri­che posso­no esse­re gusta­te tut­to l’an­no. Le ost­ri­che sono dis­po­ni­bi­li tut­to l’an­no, ten­en­do semp­re con­to del­la dis­po­ni­bi­li­tà regio­na­le e stagionale.

Conservazione cor­ret­ta

Dopo l’ac­quisto, le ost­ri­che devo­no esse­re con­ser­va­te in un luo­go fres­co, ide­al­men­te tra i 4 e i 6 gra­di Celsius, ma non con­ge­la­te. Devono esse­re con­ser­va­te sul lato con­ves­so per man­te­nere l’ac­qua del­l’o­stri­ca nella conchiglia.

Apertura del­le ostriche

Se aprite le ost­ri­che da soli, uti­liz­za­te un col­tel­lo spe­cia­le per ost­ri­che e indos­sa­te pre­fe­ri­bilm­en­te un guan­to di pro­te­zio­ne per evi­t­are di fer­ir­vi. Aprite l’o­stri­ca con caut­ela e fate atten­zio­ne a non rom­pe­re la con­chi­glia, per­ché i fram­men­ti potreb­be­ro fini­re nella carne.

Mangiare ost­ri­che crude

Le ost­ri­che ven­go­no spes­so ser­vi­te cru­de e ins­a­po­ri­te con un po‘ di suc­co di limo­ne, vin­ai­gret­te allo sca­lo­g­no o una sal­sa leg­ge­ra. Il sapo­re è mol­to fres­co e ricorda il mare.

Masticare inve­ce di ingoiare

Sebbene sia comu­ne pen­sare che le ost­ri­che vad­a­no sem­pli­ce­men­te “sor­seg­gia­te”, si con­si­glia di masti­ca­re leg­ger­men­te l’o­stri­ca per ass­a­porar­ne appi­e­no il sapo­re. L’ostrica dov­reb­be esse­re inghiot­ti­ta in un solo boc­co­ne, ma la masti­ca­zio­ne rila­scia i sapo­ri e miglio­ra l’e­s­pe­ri­en­za gustativa.

Abbinamento con le bevande

Le ost­ri­che sono tra­di­zio­nal­men­te ser­vi­te con vini bianchi sec­chi come Muscadet, Chablis o Sancerre, che ne com­ple­t­a­no la fre­schez­za e le note mine­ra­li. Anche lo cham­pa­gne è una scel­ta popolare.

Quali sono le dimen­sio­ni disponibili?

Il n. 3 è gran­de o piccolo?

La dimen­sio­ne del­le ost­ri­che è soli­ta­men­te indi­ca­ta con nume­ri da 0–4 o 0–5 e deno­mi­na­zio­ni da P (Petit) a TG (Très Grand). Tuttavia, esi­sto­no dif­fe­ren­ze tra i luoghi di ori­gi­ne del­le ostriche.
Ostriche del Pacifico (Creuses):

N. 0 = (TG)
N. 1 = >140g (TG)
N. 2 = 80–100g (G)
N. 3 = 65/80g (M)
No. 4 = 30/60g (M)
No. 5 = (M)